Adolescenti e autolesionismo: che fare?

L’autolesionismo tra gli adolescenti è un fenomeno preoccupante e complesso, esso è caratterizzato da comportamenti auto-dannosi come tagliarsi superficialmente la pelle, bruciarsi, colpirsi, ecc. Questi atti possono essere letti come un tentativo di gestire emozioni intense o di comunicare un disagio interiore. Questo articolo cerca di esplorare le cause di tali comportamenti e propone un possibile approccio terapeutico, inoltre offre una panoramica di segnali che possono indicare ai famigliari l’insorgenza di tali problemi e qualche suggerimento su come affrontarli.

Approccio psicoanalitico all’autolesionismo negli adolescenti

Si propone l’approccio psicoanalitico in quanto approccio che cerca di comprenderne le cause profonde per una presa di coscienza delle dinamiche sottostanti ed una possibile risoluzione delle stesse.

La psicoanalisi, fondata da Sigmund Freud, esplora i comportamenti umani analizzando l’inconscio, cioè andando a far emergere i conflitti interni e le dinamiche familiari da cui scaturiscono. Quando si affronta l’autolesionismo negli adolescenti, l’approccio psicoanalitico cerca di comprendere i significati simbolici e i conflitti psicologici sottostanti a questi comportamenti.

Comprendere l’Autolesionismo dal Punto di Vista Psicoanalitico

Dal punto di vista psicoanalitico, l’autolesionismo può essere visto come un sintomo di conflitti interni profondi e irrisolti. Alcuni dei concetti chiave includono:

Conflitti Inconsci:

  • Angoscia e Trauma: L’autolesionismo può derivare da traumi o esperienze dolorose non elaborate, dove l’atto autolesionista rappresenta un tentativo di gestire l’angoscia. L’adolescente potrebbe non essere consapevole del trauma originario, ma il comportamento autolesionista può emergere come un modo per gestire il dolore emotivo represso.
  • Colpa e Punizione: Alcuni adolescenti possono usare l’autolesionismo come una forma di autopunizione per sentimenti di colpa o vergogna profondi e inconsci. Questo comportamento può essere una manifestazione di conflitti interni riguardanti la propria autostima e il senso di valore personale.

Funzione Simbolica:

  • Esprimere il Non-Dicibile: Gli atti autolesionistici possono essere visti come linguaggio non verbale che si inscrive nel corpo attraverso i quali l’adolescente esprime affetti o desideri repressi che non riesce a verbalizzare. Questo comportamento può servire come un mezzo per comunicare il dolore interno quando le parole falliscono.
  • Ricerca di Controllo e Identità: L’autolesionismo può rappresentare un tentativo di controllo su emozioni e sensazioni caotiche e un modo per definire un’identità di sé in un periodo di vita caratterizzato da cambiamenti e incertezze. L’atto autolesionista può offrire una sensazione temporanea di sollievo o controllo della situazione in un periodo di confusione.

Intervento psicoanalitico

L’intervento psicoanalitico mira a esplorare e risolvere i conflitti inconsci che alimentano il comportamento autolesionista.

L’esplorazione dell’Inconscio avviene tramite sedute in cui, attraverso il dialogo terapeutico, l’analista aiuta l’adolescente a esplorare i significati nascosti dietro l’autolesionismo, identificando i conflitti inconsci e lavorando per integrarli nella coscienza. Questo processo può aiutare l’adolescente a comprendere meglio se stesso e le proprie motivazioni.

I sogni, in psicoanalisi, diventano strumenti di lavoro fornendo una finestra sull’inconscio, rivelando conflitti e desideri nascosti. L’interpretazione dei sogni pertanto viene utilizzata dall’analista, con il supporto di colui che sogna, per comprendere meglio le motivazioni profonde che stanno al di sotto di ceti comportamenti e sintomi.

In alcune situazioni può essere utile anche esplorare le dinamiche familiari e i ruoli che ogni membro gioca può rivelare come certi conflitti interni si manifestino attraverso l’autolesionismo. Spesso, i problemi dell’adolescente possono riflettere tensioni o disfunzioni all’interno della famiglia.
Coinvolgere la famiglia in certe situazioni può pertanto aiutare a creare un ambiente di supporto e ad affrontare i conflitti relazionali che contribuiscono al comportamento autolesionista.

Quali segnali di autolesionismo

Individuare l’autolesionismo negli adolescenti può essere complesso, poiché molti giovani cercano di nascondere questi comportamenti. Tuttavia, esistono segnali d’allarme che genitori e insegnanti possono monitorare per intervenire tempestivamente. Ecco alcuni dei segnali più comuni:

Segnali Fisici

  1. Lesioni visibili: tagli, bruciature, graffi, contusioni, o cicatrici, specialmente su braccia, gambe, o torso.
  2. Vestiti inusuali: indossare abiti a maniche lunghe o pantaloni lunghi anche in condizioni climatiche calde per coprire le lesioni.
  3. Frequenti incidenti: Giustificazioni frequenti per lesioni come “Ho avuto un incidente” o “Mi sono graffiato/a per sbaglio”.

Segnali Comportamentali

  1. Isolamento sociale: evitare situazioni sociali, ritirarsi dalle attività familiari e scolastiche.
  2. Cambiamenti nelle abitudini alimentari e del sonno: mangiare troppo poco o troppo, insonnia o dormire eccessivamente.
  3. Oscillazioni dell’umore: variazioni estreme dell’umore, irritabilità, rabbia o apatia.

Segnali Emotivi e Psicologici

  1. Bassa autostima: espressioni di disprezzo verso se stessi, senso di inutilità o disperazione.
  2. Ansia e depressione: segni di ansia e depressione, come preoccupazione costante, tristezza persistente o perdita di interesse nelle attività che prima piacevano.
  3. Comunicazione ambigua: frasi che possono indicare un desiderio di fuga dalla sofferenza, come “Vorrei non essere qui” o “Non ce la faccio più”.

Segnali Relazionali

  1. Difficoltà nelle relazioni: conflitti frequenti con amici, familiari o insegnanti, isolamento dai gruppi di pari.
  2. Segreti e misteri: Comportamenti misteriosi, segreti, evitare conversazioni su certi argomenti o nascondere oggetti potenzialmente dannosi.

Comportamenti Scolastici

  1. Declino del rendimento scolastico: calo nelle prestazioni accademiche, disattenzione in classe, assenze frequenti.
  2. Perdita di interesse: perdita di interesse nelle attività extracurriculari o nelle lezioni che prima lo appassionavano.

Come intervenire in tali situazioni

Come si può evincere dall’elenco appena riportato la sintomatologia è piuttosto ampia e non sempre specifica pertanto è estremamente importante mantenere un:

  1. Ascolto attivo: ascoltare senza giudicare, creare un ambiente sicuro dove il ragazzo si sente libero di esprimere i propri sentimenti.
  2. Osservazione discreta: monitorare i cambiamenti comportamentali senza essere invadenti, mantenendo aperta la comunicazione.

Quando Intervenire

Essere attenti ai segnali d’allarme può permettere a genitori e insegnanti di intervenire tempestivamente.
Qualora si sospettasse un comportamento autolesionista è bene parlarne apertamente con il ragazzo offrendo il proprio ascolto ed un supporto professionale.
Anche la collaborazione scolastica potrà essere di grande aiuto per monitorare e supportare l’adolescente.

Conclusione

L’approccio psicoanalitico all’autolesionismo negli adolescenti offre una prospettiva profonda e complessa, concentrandosi sui conflitti inconsci e sulle dinamiche simboliche che alimentano i sintomi del soggetto. Attraverso un lavoro terapeutico paziente e approfondito, è possibile aiutare gli adolescenti a comprendere e risolvere i loro conflitti interni.